Volete conoscere veramente la Russia?… andate in questo paese il giorno del 9 maggio, quando i Russi insieme con altri popoli ex sovietici festeggiamo il Giorno della Vittoria nella 2a Guerra mondiale. Vedrete le parate militari in quasi tutte le città grandi, vedrete i fuochi d’artificio di sera, vedrete i tavoli con la gente che festeggia, vedrete anche i bambini chi si avvicino ad ormai poche persone anziane con le Medaglie di guerra per regalare i fiori, vedrette infinita marcia delle persone con grandi foto dei loro cari — soldati di guerra, marcia della «Divisione immortale » che partecipano i volontari non solo nei paesi ex- sovietici, ma ormai tante persone in diversi paesi del mondo e vedrete il popolo — il grande popolo che si inginocchia e piange, piange ancora oggi .. , dopo 70 anni dopo la Vittoria le sue vittime e il suo dolore. Volete conoscere i Russi — andate in Russia il 9 maggio — nel Giorno della loro grande Vittoria, Vittoria con lacrime negli occhi.
Nell’Agosto del 1943 Frits Kristen, soldato semplice dell’esercito nazista, scriveva a casa: «Penso che la battaglia dell’arco di Krusk diventerà una seconda Stalingrado per noi. Questi Russi sembrano incantati, noi gli spariamo e loro si rialzano, continuando a combattere. Ieri siamo passati all’attacco e ho visto gli occhi di uno di loro, non aveva più di 19 anni; ci guardavamo negli occhi e non vedevo alcuna paura. Lui non aveva paura di morire, io, invece, si, ne avevo tanta. Avevo tanta paura di essere sepolto per sempre in questa terra russa. Mi sa che la differenzaa tra di noi è proprio questa: loro combattono per la loro terra, e non hanno paura di morire nel difenderla. E noi? Siamo venuti qui come vincitori, noi grande nazione tedesca contro la tribù dei selvatici russi; noi dovevamo marciare nella Piazza Rossa vestiti in alta uniforme decorata dalle medaglie, ora proprio noi stiamo marcendo nelle trincee, e loro vanno all’attacco, e solo adesso ho capito che non si può fermare un soldato che combatte per la propria terra».
“Мне кажется, что курская дуга станет для нас вторым Сталинградом. Эти русские словно заколдованные: мы в них стреляем, а они снова встают и идут в бой. Вчера мы ходили в атаку, и я видел глаза одного из них, ему было лет 19 ,не больше.Мы смотрели в глаза друг друга, и я не увидел ни капли страха, он не боялся умереть, а я боялся, очень боялся остаться здесь, боялся быть погребенным в этой русской земле навсегда. Наверное, разница именно в этом, они на своей земле и они не бояться умирать, защищая ее. А мы? Мы пришли сюда победителями, мы — великая немецкая нация против диких русских племен, мы, которые должны были пройти парадом по Красной площади в мундирах и орденах, теперь именно мы гнием заживо в окопах, а они наступают, и только теперь я понял, что невозможно остановить солдата, который защищает свою землю”.